Ci sono molti e diversi metodi per ottenere sostanze attive a livello cosmetico e farmaceutico, alcuni sono antichi altri decisamente più moderni. Moderni, in questo caso, significa che presentano caratteristiche particolari, quali quelle di poter avere estratti attivi integri al 100%, e di avere un impatto ambientale minimo. Metodi più rispettosi dell’ambiente, e che quindi soddisfano a livello industriale alcuni dei goals globali di rispetto del mondo in cui viviamo.
Oggi parliamo di una metodica della quale sentiamo parlare sempre più frequentemente, l’estrazione con fluidi supercritici.
L’estrazione con fluidi supercritici è una tecnologia green che garantisce una sostenibilità ambientale al processo, e un alto grado di qualità e purezza del prodotto estratto. Al contrario di altre metodologie di estrazione in cui vengono impiegati solventi sintetici, estremamente dannosi per l’ambiente, questa è una tecnologia pulita, che viene applicata a basse temperature, e in cui viene utilizzata come mezzo la CO2 (anidride carbonica o meglio biossido di carbonio).
Ma cosa si intende con il termine estrazione in supercritico?
Si intende che la CO2 a 32°C e 72 atm non è più né un gas né un liquido ed assume le proprietà di un fluido, quali densità e capacità estrattive. Più semplicemente la CO2 in queste particolari condizioni, a contatto con la materia prima (pianta/legno/foglia), è in grado di separare le sostanze che ci interessano al massimo grado di purezza ed attività con il minimo impatto ambientale.
In modo diverso dai procedimenti tradizionali, riesce ad estrarre selettivamente i componenti bioattivi evitando prodotti finali impuri, e le fasi successive del recupero del solvente. L’anidride carbonica non è infiammabile, è poco costosa e viene riciclata.
Prossimamente parleremo di altre innovazioni in questo campo.
Un saluto a voi
Dott. Paola Vallotto